Com’è strana la vita e come si
presenta talora inaspettata nella conoscenza e nelle relazioni umane. E’ la
bellezza ma anche il mistero degli incontri casuali che affascinano, che ti
fanno pensare come persone con i quali non hai alcun rapporto legato al DNA,
diventino subito importanti come se li conoscessi da sempre. Si chiama feeling
o idem sentire, empatia o vedere il mondo con gli stessi occhi: quelli della
sensibilità. Ho sempre pensato che i contatti umani e l’importanza di
conoscersi, scambiare le proprie vedute, le esperienze e i percorsi di vita,
sia basilare principio del vivere quotidiano. Così, nel mio percorso
giornalistico di cronista sportivo sensibile anche al racconto di ogni momento
o fatto accaduto nella vita di tutti i giorni, ho scritto, recensito partite di
calcio, spettacoli e quant’altro, ma, soprattutto, ho intervistato e conosciuto
molti personaggi del mondo dello sport, della politica e dello spettacolo. In
tutti questi incontri, ho sempre riflettuto a lungo sull’importanza del
significato della centralità dell’uomo, su tutto ciò che è bene e ciò che è
male che fa sempre capo a noi stessi, al di là di ogni raggiungimento
professionale prestigioso o meno. Considerazioni che vanno oltre il minimalismo
di intervistare ad esempio un personaggio sportivo o un tifoso che straveda per
questa o l’altra squadra. Sì, perché si parte sempre dal principio del rispetto
della storia di ognuno verso i sentimenti personali, che devono sempre e
comunque emergere anche se non condivisi. E così possiamo parlare di politica,
scrivere di calcio, di religione e di tutto ciò che sentiamo più vicini a noi.
Questa introduzione, per significare e introdurre l’esaustiva intervista fatta a
una persona che ho conosciuto da poco e, come dicevo prima, mi dà la
sensazione, chissà perché, di conoscerla da sempre. Bella, solare, positiva,
disposta piacevolmente al dialogo, Ombretta
Cantarelli, moglie dell’attore siciliano Gianfranco Jannuzzo, nasce a Milano. Una Milano che adora perché
qui fondano le sue radici, anche se nel tempo si è anche innamorata di Roma,
città in cui abita per diversi mesi dell’anno. Una vita suddivisa tra due città
che lei definisce splendide anche se molto diverse per cultura e modus vivendi.
Un passato da modella e di sfilate di moda, sono l’emblema della sua oggettiva
bellezza cui traspare una sensibilità non comune. Poi anche un periodo di
lavoro presso l’ufficio stampa di Dolce
& Gabbana, come addetta alle relazioni esterne con le testate di moda
in Italia e all’estero. Dopo pochi anni, Ombretta
Cantarelli, desiderosa di conoscere altri ambienti lavorativi e fare altre
esperienze di vita, si inserisce nel mondo della medicina estetica. Attualmente
lavora presso un avviato studio nel cuore di Milano. E’ anche amministratrice
della “Girgenti Spettacoli”, che ha
fondato assieme a suo marito qualche anno fa. E’ molto affascinata dal teatro.
E come non poteva esserlo la moglie di cotanto grande attore come Jannuzzo. Ma la vera passione di Ombretta è il calcio, è la fede
sportiva verso la sua squadra del cuore: l’Inter.
Un mondo che si tinge di nerazzurro fin da piccola, una passione talmente
radicata che non le fa perdere neanche una partita in cui gioca la sua squadra.
Una persona dunque interessante, che colpisce per i suoi molteplici interessi. Ci
stuzzica davvero ascoltarla come tifosa di calcio e tifosa dell’Inter e, tramite
il pallone, proveremo a ricavarne anche alcune sensazioni che riguardano il suo
profilo umano.
Buongiorno
Ombretta, grazie di avere acconsentito a questa intervista. Come nasce la tua
passione per l’Inter?
“L’ho ereditata da mio padre,
una persona splendida i cui connotati da vero interista doc, non potevano non
proliferare nella mia anima di bambina. Anti-juventino e anti-milanista, mio
padre è stato capace di regalarmi ogni cosa che avesse i colori nerazzurri
dell’Inter, dalle bambole ai bambolotti, ai pupazzetti di ogni genere. Chissà,
forse aveva paura che io crescendo avessi potuto fare il tifo per un’altra
squadra. Ma questo per me, non era davvero possibile”.
Ti capita di andare allo stadio?
“Quando sono a Milano faccio di
tutto per andare a vedere la mia Inter. Lo stadio mi affascina perché crea
emozioni, pathos, e una moltitudine di sensazioni che vedendo la partita in
televisione non posso avere. L’Inter è una passione che seguo fedelmente,
nonostante i miei impegni di lavoro nel seguire mio marito Gianfranco in
teatro. Quando c’è una partita importante come ad esempio il derby, se mi trovo
anche in aeroporto cerco la prima televisione disponibile per poterla vedere.
Mi è capitato una volta di trovarmi appunto in aeroporto e, mentre guardavo la
partita, mi sono accorta che accanto a me si sono riuniti una serie numerosa di
tifosi appassionati che hanno condiviso la mia passione. Che bello è stato. Poi
devo dirti che l’ultima volta che siamo stati a Torino, in occasione della
partita di inizio anno contro la Juve, io e Gianfranco eravamo nello stesso
albergo in cui si trovava l’Inter in ritiro. Per me è stata una cosa
meravigliosa, inaspettata, assolutamente emozionante. Questo ti dimostra quanto
io ami l’Inter”.
C’è
un giocatore dell’Inter che negli anni ti è rimasto particolarmente nel cuore?
“ Quando si ha una passione
così viscerale, è difficile discernere su chi è meglio di un altro. Per me chi
veste quella maglia è importante a prescindere. Tuttavia, devo dire che Andreas Brehme per me è stato un mito,
forse perché siamo amici con tutta la sua famiglia, grazie al fatto che sono la
madrina del suo secondo figlio. C’è poi Mancini
che reputo un grande allenatore, perché ha saputo dare all’Inter ciò che poi ha
racconto Mourinho nel famoso
triplete. E non dimentico Milito che
mi è rimasto nel cuore e mi ha dato grandi emozioni più d’ogni altro. Ma anche il capitano Zanetti, che è stato una vera bandiera
dell’Inter, è all’apice delle mie simpatie nerazzurre. Devo anche dire che con
uno in particolare non ho goduto molta simpatia: Ibrahimovic. Non so bene qual è il motivo. Forse perché non ha
saputo appiccicarsi addosso la maglia. Come vedi sono una tifosa passionale e
forse anche un po’ romantica. Sì, perché io a queste cose ci credo ancora.
Proprio come una vera tifosa sanguigna”.
Cosa
pensi dei nuovi acquisti, Podolski e Shaqiri?
“Io sono una che ha bisogno di
vedere i fatti. In questo momento posso dirti che Mancini sta lavorando bene e
sta costruendo giorno dopo giorno un’Inter che ritengo presto sarà all’altezza
della situazione. I due nuovi acquisti mi piacciono, bisognerà vedere come si
inseriranno nell’assetto tattico di mister Mancini. Non credo che avranno delle
difficoltà, anche perché è stato lo stesso allenatore che li ha fortemente
voluti”.
Cosa
pensi di ciò che ha fatto pubblicamente Osvaldo nei confronti di Icardi,
durante la partita contro la Juve?
“Non accetto certi
comportamenti. Capisco la rabbia agonistica, ma in campo non è ammissibile
litigare con un compagno. Semmai, queste cose si devono chiarire nello
spogliatoio. E poi Osvaldo mi sembra che sia recidivo a queste situazioni. Il
suo carattere è troppo impulsivo”.
Pensi
che quest’anno l’Inter possa raggiungere l’obiettivo finale del terzo posto in
classifica?
“Sono positiva per natura.
Tuttavia, se devo essere obiettiva, mi sembra un’impresa difficile da
raggiungere, in quanto in classifica c’è troppa differenza di punti con le
prime della classe. Ma l’Inter è imprevedibile e negli anni ci ha abituato a
sorprenderci. Dunque, …..mai dire mai!”
Pensi
che il calcio in Italia debba cambiare? E se sì, in che cosa?
“Penso che in un periodo di crisi
economica come quella che stiamo vivendo in questi anni, si dovrebbero rivedere
certi stipendi esorbitanti dei calciatori. Mi piacerebbe vederli abbassare e
magari equipararli. Non è solo un fatto morale, ma anche un’oggettiva analisi
di ciò che vuol dire mettere ordine ai bilanci delle aziende calcio. E poi
ritengo che si debba dare maggiore spazio ai giovani incrementando i settori
giovanili, ma anche rafforzando la ragnatela di osservatori per scoprire nuovi
talenti nel mondo. Così come fa l’Udinese e qualche altra squadra come il
Palermo di Zamparini. E’ un modo importante per comprare a poco prezzo e
scoprire il campioncino che ti crea la plusvalenza economica. Mi piace pensare
alla bella storia di Messi, un campione che da ragazzino ha avuto molti
problemi fisici, ma qualcuno, a ragione, ha creduto in lui. E ha fatto bene!”.
Cosa
pagheresti per rivivere l’emozione del triplete conquistato da quella
fantastica squadra di Mourinho?
“ Pagherei tutto, perché è
stata un’emozione straordinaria. Quel giorno in cui si è disputata la finale a
Madrid, io c’ero in quello stadio. E’ stato fantastico e commovente vedere
alzare quella coppa al cielo, mentre lo sventolio delle bandiere nerazzurre era
totale. Avrei voluto accanto a me papà per abbracciarlo, baciarlo e condividere
con lui quella forte emozione. Oggi, te lo ripeto, pagherei davvero tutto per
rivivere quel magico momento”.
Per
finire, Ombretta. Tu nella vita ti sei occupata di moda, di pubbliche relazioni
e adesso sei pure inserita nel campo medico con finalità estetiche. Oggi sei
felicemente sposata a Gianfranco Jannuzzo, con il quale hai fondato e
amministri la “Girgenti Spettacoli”. Se dovessi tornare indietro nella vita,
faresti tutto quello che hai fatto?
“Nella vita ho sempre fatto le
cose che mi sono maggiormente piaciute. Mi ritengo fortunata in questo e non ho
rimpianti, anzi rifarei esattamente tutto. Ho fatto la modella, mi sono
occupata di moda, di pubbliche relazioni e di medicina estetica. Adesso curo pure gli impegni degli spettacoli
teatrali di mio marito Gianfranco. Ma c’è ancora un sogno che ho chiuso nel
cassetto della mia passione calcistica: quello di poter diventare, un giorno
magari non lontano, presidente dell’Inter. Chissà!”.
Auguri
Ombretta. Nella vita i sogni spesso si avverano. E, se non si dovesse avverare
di diventare presidente dell’Inter, resta sicuramente il bellissimo ricordo di
averci creduto. Così come sei solita fare tu nella vita, con la passione che
parte e arriva al cuore.
Salvino
Cavallaro
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